06 maggio 2021

BrerA|Z racconta Milano e la Lombardia

La fiducia nella cultura come leva di ripartenza

Esce domani il quarto numero di Brera|Z, il primo per il 2021. La rivista – promossa da Equita e realizzata da Editoriale Domus per rendere omaggio a Milano partendo da Brera – estende quest’anno il suo racconto a tutto il territorio della Lombardia, fucina di pensieri e idee creative, laboratorio di cultura a 360° su cui poter costruire la ripresa del Paese.

A raccontare quanta fiducia la comunità lombarda riponga nella cultura del proprio territorio è Salvatore Carrubba che nelle pagine di Brera|z stimola anche una riflessione su come sarà la cultura post covid e cosa è necessario pensare di modificare se si vuole davvero vivere la ripartenza tanto auspicata. Innanzitutto, spiega Carrubba, va valorizzato il valore di socialità: “dobbiamo recuperare il gusto e sentire l’esigenza di stare insieme. In questo i luoghi della cultura devono fare la loro parte per convincerci ad abbandonare i divani di casa dai quali, grazie alle piattaforme digitali, accediamo gratuitamente a un’offerta anche culturale di altissima qualità”. C’è poi la dimensione digitale che dovrà entrare a far parte delle istituzioni culturali italiane e infine, la cultura dovrà diventare una componente irrinunciabile del nuovo welfare sociale. “A questi tre fattori potranno dunque ispirarsi politiche che diano sostanza e nerbo all’impegno pubblico per la cultura, da orientare più alle esigenze dei cittadini tutti che non agli interessi delle conventicole interessate. E allora la cultura ci aiuterà a vincere la scommessa di ricostituire rapidamente un tessuto sociale coeso e partecipato, di ristabilire quel clima di passione e fiducia condivise senza le quali non ci potrà essere ripresa”.

Il nuovo numero offre al lettore l’opportunità di percorrere un viaggio nella storia, nell’arte, nell’imprenditoria e nel costume di Milano, e d’ora in poi, della Lombardia tout-court.

Il viaggio parte come sempre dal cuore pulsante di Brera e così l’immagine di copertina ha per protagonista il monumento al filologo e orientalista Carlo Ottavio Castiglioni realizzato dall’architetto Francesco Maria Richini situato al centro del cortile d’onore del Palazzo di Brera. Un esempio di dinamismo e sobrietà che fotografa alla perfezione lo stile lombardo. Uno stile che si è evoluto nel tempo pur rimanendo altamente rappresentativo. 

Per dimostrarlo, il giornale accompagna i lettori alla scoperta di quel museo a cielo aperto offerto da Milano: opere e installazioni recenti protagoniste di strade e piazze che sono di fatto il simbolo della nuova collettività e la testimonianza di un’evoluzione che non si arresta. L’itinerario di Brera|z svela monumenti differenti non più pensati come celebrazione di personaggi ma come simboli in cui ci si riconosce o come stimoli per far crescere nuove visioni e nuove sensibilità. Opere realizzate in modo diverso rispetto al passato ribandendo il fatto che non vengono concepiti per guardare “dall’alto” quanto, al contrario, per mettersi a livello della vita quotidiana di tutti. Ecco quindi Ago, filo e nodo che in Piazza Cadorna sbuca addirittura da sottoterra e le trombe di Alberto Garutti che escono dalle viscere di Piazza Gae Aulenti fino allo “sdraiato” Giovanni Testori di Emilio Isgrò al Portello. Ci sono poi le opere provocatorie, come il celebre dito medio L.O.V.E. di Maurizio Cattelan di fronte al Palazzo della Borsa dove l’essenza del basamento viene addirittura ingigantita al fine di moltiplicarne la carica corrosiva. E anche i monumenti nomadi, come la grande Mela di Michelangelo Pistoletto, spostata da Piazza Duomo alla Stazione Centrale: un inno alla mela come simbolo di sostenibilità, come invito a lasciar più spazio alla natura dentro la città assediata dal cemento. Un messaggio ribadito da un’altra recente installazione che è possibile ammirare nel parco di City Life: firmata da Adrian Paci Rudere è una sagoma di una casetta senza più tetto, all’interno della quale stanno crescendo quattro piante simbolo della vita. Il tour di Brera|z invita a soffermarsi sui suoi bellissimi rosoni con ricami in pietra che caratterizzano il muro principale quasi a esprimere un “sogno di una città moderna ma più gentile”.

Ma parlare di cultura non significa parlare solo di monumenti e installazioni: vuol dire incontrare i grandi nomi che con creatività ed estro continuano a rendere unica l’identità del territorio - il caso Armani ad esempio – ma anche ripercorrere le grandi storie d’impresa, come quella centenaria della Fiera di Milano, primo polo espositivo del Paese e quarto d’Europa.

Un altro esempio di quel “saper fare” lombardo che oggi più che mai rappresenta una leva su cui contare per la ripresa, e che Brera|z con orgoglio continua a raccontare. 

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