07 gennaio 2021

"Venezia è una scatola vuota. Siamo al collasso"

Su Domus di gennaio l'intervista all'architetto Tobia Scarpa 

Sono nato a Venezia, ma non sono di Venezia, quanto piuttosto veneto. Venezia ha una storia per conto suo, una serie di avvenimenti diversi, ma resta sostanzialmente una forma romana sulla quale i veneziani hanno costruito il loro destino. I veneti, invece, sono popolazioni che venivano dall’interno, vivevano su un territorio pieno d’acqua, i primi uomini avevano bisogno di starci, altrimenti era troppo pericoloso, di certo meno che prendere i leoni, che allora c’erano, in Veneto. Oggi, però, è tutto cambiato”. A pronunciare queste parole è l’architetto Tobia Scarpa nel corso di un’intervista rilasciata a Domus e pubblicata nel primo numero dell’anno.

Quello di Scarpa, intervistato dal direttore Walter Mariotti, è un doloroso quanto lucido ritratto di Venezia: “i veneziani non ci sono più e quindi Venezia è una scatola vuota. Il veneziano ama la sua città, la tiene sana, solida, in tutta la sua storia, mentre chi ci vive adesso lascia che ci siano solo alberghi, gente da fuori, l’università con studenti stranieri. Siamo al collasso, anche per motivi tecnici, il sale che consuma i mattoni, ma prima di tutto ha consumato lo spirito”.

Nel corso dell’intervista, l’architetto e designer ha spiegato quanto nella sua visione sia stato sempre fondamentale non stancarsi d’indagare il legame segreto delle cose. Sempre sottovoce ma con gli occhi accesi da una curiosità di bambino. “Non ho fatto scuole, ma studio tanto o, meglio, continuo a cercare d’imparare. Da mio padre non ho ereditato il talento, ma la sua sensibilità, e il debito. Il padre del resto è una roba complicata. Il mio non aveva mai fatto le cose materialmente, ma possedeva il segreto del fare. Non tutti i figli conquistano qualcosa dei padri, la loro eredità è misteriosa, un debito difficile da estinguere che il destino s’incarica di gestire. Mio padre mi ha insegnato tutto quello che so, anche se non è mai salito in cattedra con me. Mi portava insieme a lui. Non dai committenti, ma dai collaboratori. Ricordo un gruppo di vetrai intelligenti, dove ha fatto le cose più belle che Venezia abbia mai visto”.

 L’intervista integrale è disponibile su Domus gennaio, il primo numero dell’anno curato dal nuovo guest editor Tadao Ando.

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Tobia Scarpa e Walter Mariotti. (Photo Valentina Petrucci)

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