31 agosto 2020

Quanta carica batterica c'è sulle auto in car sharing? L'indagine di Quattroruote su dieci vetture a Milano.

Ritenere la propria auto più sicura sotto il profilo igienico rispetto a quelle offerte dai servizi di car sharing è una convinzione diffusa, soprattutto in tempi di pandemia come quelli attuali. Ma è proprio così? Per rispondere a questo interrogativo Quattroruote ha sottoposto, con l’aiuto di un chimico esperto, a una serie di test un campione di auto condivise scelte a caso per le strade di Milano, misurando la carica batterica degli abitacoli, indice, secondo la comunità scientifica, del grado di pulizia delle vetture.

L’indagine, pubblicata nel numero di settembre da domani in edicola, ha interessato dieci vetture di tre società di car sharing, in particolare quattro Fiat 500 di Enjoy, quattro Smart fortwo di ShareNow e due Volkswagen Polo di Ubeeqo; per disporre di termini di riferimento sono state testate preliminarmente tre auto di privati, una appena sanificata, una sanificata da quattro mesi ma utilizzata solamente dal proprietario, un’altra ancora pulita da due settimane, ma impiegata abitualmente da una famiglia con bambini.

Il test, che prevede l’utilizzo di tamponi da passare sulle parti più critiche di ogni abitacolo (volante, maniglia interna, pulsanti, pomello del cambio, leva del freno a mano, schermo touch, tasti della console centrale e cintura di sicurezza) e poi da inserire in un apposito strumento basato sulla bioluminescenza per la lettura dei risultati, ha dato esiti inaspettati. Salvo qualche eccezione, infatti, la quantità di carica batterica rilevata sulle varie parti delle auto delle società di car sharing è risultata inferiore rispetto a quella delle vetture di riferimento, compresa quella impiegata da un’intera famiglia.

In generale, le parti più contaminate, quindi bisognose di una pulizia periodica più accurata, sono risultate i volanti, sottoposti a continui contatti e realizzati con superfici porose che più facilmente trattengono i batteri, e gli schermi touch delle vetture esaminate. 

Carica batterica a parte, l’indagine di Quattroruote ha messo in evidenza come spesso negli abitacoli delle vetture si trovino rifiuti abbandonati dagli utenti (bottigliette, fazzoletti di carta, involucri di alimenti): indici non della mancanza d’igiene delle vetture, ma della scarsa educazione degli utilizzatori. I test hanno infatti mostrato come la carica batterica misurata a bordo di auto apparentemente pulite possa essere pari o superiore a quella di vetture trattate come cestini dell’immondizia

Esiste quindi uno sporco visibile e uno invisibile, senza che ci sia una correlazione diretta tra le due situazioni. 

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