È L’ARCHITETTO PIÙ GIOVANE, E IL PRIMO CINESE, A FIRMARE IL GIORNALE
Giovanna Mazzocchi: “Il più interessante, visionario, eclettico protagonista della nuova stagione dell’architettura cinese e fra i maggiori del panorama internazionale”.
Milano, 2 dicembre 2025 – Ma Yansong è stato scelto come nuovo Guest Editor internazionale di Domus.
Firmerà lui i dieci numeri del giornale nel 2026 portando avanti, per il nono anno, il progetto editoriale 10x10x10 ideato in vista del centenario dal Presidente di Editoriale Domus, Cav. Lav. Giovanna Mazzocchi, che commenta: “Sono felice di dare il benvenuto a Ma Yansong: il più interessante, visionario, eclettico protagonista della nuova stagione dell’architettura cinese e fra i maggiori del panorama internazionale. Parla un idioma in parte derivato dalla cultura millenaria cinese, in parte dalle visioni della fantascienza. Il futuro che immagina non è cupo e distopico, ma felice e utopico. La sua visione recupera dimensioni come la fantasia, la narrativa, il corpo, la trascendenza, l’organismo. Per parte mia, gli assicuro che troverà nella rivista, nelle persone che ci lavorano e nel suo sistema la piattaforma globale ideale per esprimere la sua cultura e la sua straordinaria visione”.
Yansong è di fatto l’architetto più giovane, e il primo di provenienza cinese, a firmare il giornale. Prima di lui, il progetto 10x10x10 ha coinvolto come guest editor annuali Michele De Lucchi (2018), Winy Maas (2019), David Chipperfield (2020), Tadao Ando (2021), Jean Nouvel (2022), Steven Holl con Toshiko Mori (2023), Norman Foster (2024) e Bjarke Ingels (2025).
Nato a Pechino nel 1975 - studi alla Yale University, apprendistato da Zaha Hadid quindi fondatore di MAD Architects con sedi a Pechino, Los Angeles e Roma – è una delle voci più significative della nuova generazione di architetti globali e il primo cinese ad aver realizzato un progetto iconico fuori dal suo Paese, le Absolute Towers in Canada. La sua visione risente delle forme organiche e della necessità di instaurare una nuova relazione con la natura. Una riflessione che si confronta con la grande scala della megalopoli, con l'ambizione di creare punti di riferimento pubblici, come il Bay Culture Park sul lungomare di Shenzhen appena inaugurato o come il Lucas Museum of Narrative Art a Los Angeles dove l’architettura diventa parte integrante del paesaggio e dell'esperienza umana.
Il punto di partenza del pensiero di Ma Yansong è una critica dell’architettura contemporanea, lucida e profondamente sentita. Come lui stesso racconta a Domus, si tratta di una disciplina ritenuta sempre più chiusa, silente e pericolosamente distante dalle persone: “Nel mondo in rapido cambiamento di oggi la tendenza occidentale un tempo predominante, rappresentata dal Modernismo, ha perso voce. Un tempo l’architettura nutriva l’ambizione di cambiare la società e la politica. Aspirava a cimentarsi con le tecnologie più nuove, a formulare l’estetica pubblica e il motto di un’epoca, a definire l’estetica pubblica e il carattere di un’epoca, a essere riferimento imperituro. Tutto ciò oggi è diventato straordinariamente difficile.”
Da qui la volontà di farsi aiutare, proprio da Domus, ad affrontare la crisi stimolando un cambio di passo nella pratica della disciplina. Un esercizio che annuncia esplicitamente nel manifesto d’intenti: “le tematiche del mondo dell’architettura ‘tradizionale’ sono percepite come distanti dalla vita della maggior parte delle persone. Per loro, non è importante rivoluzionare la disciplina. Il rapido progresso della tecnologia fa apparire l’architettura una reliquia che lotta per dimostrare di avere nuovo valore. Gli istituti addetti alla formazione si affannano a privilegiarne gli aspetti professionali, ma i giovani non si iscrivono più alle facoltà di architettura, perché non credono più nella possibilità di creare un futuro migliore. Oggi l’architettura deve aprirsi, spostarsi in nuovi territori e impegnarsi più direttamente e da vicino per mettersi al passo con i tempi in cui viviamo e con le persone.”
Due quindi i temi a cuore del nuovo guest editor: l’attrattività dell’architettura e la sua centralità nella professione culturale.
“Sono preoccupato perché le generazioni di progettisti più giovani stanno perdendo interesse per l'architettura. Non sentono quindi di avere il potere di cambiare la società. Sto cercando nuove definizioni di architettura che possano allargare il campo d'azione e renderlo più rilevante per la società. Considero lo spazio culturale come la chiave per le emozioni delle persone e per la durata di una società. L'architettura è parte della professione culturale. Non mi interessa solo costruire un edificio, ma trovare la cultura che presentiamo e renderla significativa” spiega nell’intervista esclusiva realizzata da Walter Mariotti e pubblicata, a dicembre, nella monografia a lui dedicata.
A coordinare l’opera di Ma Yansong - come quella di tutti gli altri guest editor coinvolti nel progetto – sarà infatti Walter Mariotti, dal 2017 direttore editoriale dell’intero Sistema Domus: “Ma Yangson è un architetto riservato ma allegro, introspettivo ma di grande impatto. Sicuramente uno dei leader della nuova scena cinese che sta diventando un riferimento internazionale. La sua architettura è mossa da una grammatica sconosciuta, che interpreta la sostenibilità, il dialogo fra tecnologica e natura in una chiave inedita dove le emozioni sono sovrane. Si troverà bene a Domus che da quasi un secolo aiuta a rispondere agli enigmi del tempo mettendo al centro l’uomo e la sua sensibilità”.
Il primo numero di Domus 2026 firmato Ma Yansong uscirà a gennaio. Come sempre, l’imminente uscita del numero di dicembre – un numero dedicato all’italianità, curato interamente dal direttore editoriale Mariotti e dalla redazione – è l’occasione per presentare il nuovo guest editor internazionale tramite una speciale monografia a lui dedicata e il manifesto d’intenti, entrambi allegati omaggio (in edicola dal giorno 6).
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